domenica 28 marzo 2010

Mi chiamo Pietro FEOLA

Mi chiamo Pietro FEOLA e sono morto il 20.03.2010. Le mie uniche passioni sono state il lavoro e la famiglia. Spero che tra 20 anni qualcuno ancora si ricorderà di me. Ero un uomo di 52 anni e sono morto mentre ero seduto al tavolo della mia cucina. Lello e mia moglie hanno tentato inutilmente di rianimarmi. Il mio cuore ha ceduto, i miei polmoni avevano smesso di funzionare e mi era venuta a mancare l’aria; era stato un rigurgito dovuto ad un eccesso di tosse. Mentre guardavo la televisione non sapevo che quella sarebbe stata l’ultima volta che avrei potuto abbracciarli. Quando è arrivata l’ambulanza entrambi mi pregavano di non morire e mi tenevano strette le mani. I dottori hanno cercato di rianimarmi ma tutto è stato inutile. Nessun giornale locale si è interessato alla mia morte. Nessuna personalità è corsa al mio capezzale. Mio fratello quando ha avuto la notizia ha avuto un fortissimo senso di angoscia, sono il terzo di quattro figli morti prematuramente. Avevo una tipografia in società con mio fratello e vivevo a S. Angelo in Formis, in un piccolo paesino vicino S. Maria C.V., avevo una bella casa. La Chiesa, oggi, è stracolma di gente, c’è un feretro innanzi all’altare; sono al centro dell’attenzione. Mia moglie ha pianto per tutto il tragitto che da casa portava alla parrocchia. Come lei i miei figli. Il parroco guidava il lungo corteo. Quando ho lasciato per l’ultima volta il mio letto erano le quattro di pomeriggio. Amici e parenti hanno fatto a gara per darmi l’ultimo saluto. Rimbombano nelle mie orecchie le grida di mia figlia. Per assecondare la mia ultima sfida al potente di turno, mia moglie mi aveva riportato a casa dopo lunghissimi giorni trascorsi in ospedale. Avevo deciso di sfidare la morte. Ero intubato, avevo difficoltà nel respiro, i miei reni non funzionavano bene. Quando sono stato accompagnato al pronto soccorso mi trovavo ad una manifestazione politica. Tutti stavano leggendo il mio giornale. Era dalla mattina che avvertivo un dolore al petto, come se un macigno non mi avesse voluto permettere il respiro. Ero in campagna elettorale, nulla mi avrebbe fermato. Adesso, mentre vi guardo, mi accorgo di essere amato, come io ho amato tutti voi. Provo una intensa gioia a sapervi a me così legati ed un tremendo dolore per avervi dato un dispiacere così forte. Alla notizia della mia morte, il mio nome, di bocca in bocca, ha attraversato tutta la città. Si è discusso di me, del mio carattere e del mio ruolo politico. Mi chiamo Pietro FEOLA e sono morto il 20.03.2010. Le mie uniche passioni sono state il lavoro e la famiglia. Spero che tra 20 anni qualcuno ancora si ricorderà di me.

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