martedì 2 marzo 2010

I casalesi brindano ed osannano, noi rimaniamo allibiti ed esterrefatti.

Gentile popolo sammaritano
Non se ne può più!
Stellato presidente della provincia suona come offesa alla cittadinanza. Consacratosi come politico attraverso lo ‘spiattellamento’ di tutte le magagne del candidato a sindaco IODICE, da lui conosciute perché suo legale, ha rafforzato la sua propensione a vituperare la morale e la decenza, rendendosi primo protagonista ed artefice di ribaltoni elettorali e politici che hanno ridotto la città ad una cloaca a cielo aperto.
Piena di escrementi, Gianpinocchio ne è l’esempio più eclatante, la nostra città si distingue dalle altre per la puzza, le speculazioni edilizie, la cementificazione, l’assenza di ospedale, la micro e macro delinquenza.

La colpa è dei cittadini o di chi li rappresenta?

I numeri parlano da soli.

In 2 anni ci sono stati 3 (dico tre) ribaltoni, si sono succeduti 20 assessori (dico 20), i costi di gestione dell’amminstrazione a causa dei pagamenti degli stipendi d’oro dei dirigenti si sono talmente elevati, che sono stati chiesti ed ottenuti dei mutui bancari (praticamente le tasse che il comune intasca a nostro discapito, non sono sufficienti a pagare gli emolumenti a quegli escrementi forestieri che intasano la città) per sostenerli, le strade della città sono un colabrodo, parcheggiare l’auto costa un occhio della testa (anche la domenica notte), ogni serranda aperta 7 sono chiuse e chi più ne ha più ne metta.
Questa catastrofe, figlia della scellerata politica di Stellato è esportabile alla intera provincia? Ma davvero i vertici del PD sono talmente rincitrulliti da affidare ad un voltagabbana la poltrona di primo cittadino della provincia? Oggi i cittadini di S. Maria C.V., se hanno la voglia di respirare un pochino di aria salubre possono recarsi alle pendici del Matese e godersi in pace la tranquillità dei posti. Stellato presidente della provincia troverebbe il modo di inquinare alla peggio anche quei posti e la soluzione per cementificare Bocca della Selva.
I casalesi brindano ed osannano, noi rimaniamo allibiti ed esterrefatti.

Deferenti ossequi

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